Sommario
Il perché di un sito personale
Ho pensato che, in un mondo dove l’Io Social conta spesso più dell’Io Reale, fosse necessario costruire una mia “casa virtuale”, dove raccogliere le mie idee e dove chiunque può trovare tutto quello che mi riguarda (dalla biografia, al curriculum professionale sino ai miei studi) senza l’intermediazione dei motori di ricerca.
In questo modo la scelta di come apparire sul Web è mia e non rimessa alla scelta anonima e senza anima di un algoritmo.
Il mio Io Social sarà così il più possibile coerente con il mio Io Reale.
Perché un sito così snello e privo di filmati e immagini
Il Web è colmo di orpelli e di dati spesso obsoleti, che occupano spazio inutilmente.
Il primo obiettivo era, quindi, quello di evitare lo stesso errore. Con l’aiuto ed i preziosi consigli dell’amico e grande esperto di Internet Pietro Macchi, Web Architect di lungo corso, abbiamo ipotizzato di avere un sito il più leggero possibile e leggibile da qualunque strumento, perfino da un vecchio 386. Grazie a questa scelta si ottiene un secondo risultato: chi si collega al sito non spreca traffico dati. Evitare spreco di spazio web per i dati e dispendio di energia per scaricare sono il mantra del sito.
Efficienza green
Secondo il Website Carbon Calculator, applicazione che stima il consumo di energia delle pagine web, il sito è in media più pulito del 95% di quelli testati in virtù di una serie di buone pratiche che contemplano:
- una adeguata politica SEO (Search Engine Optimization) che permette agli utenti di raggiungere il sito solo se espressamente voluto;
- UX (User Experience Design) e UI (User Interface Design) pensate per facilitare la navigazione permettendo agli ospiti di spendere il tempo necessario sul sito senza “perdersi” in grovigli di pagine ed elementi inutili;
- Copy Writing essenziale;
- Caratteri scelti tra i cosiddetti Web Safe Fonts, ossia quelli già presenti nella maggior parte dei browser per ridurre il traffico dati superfluo ed il relativo consumo di risorse.
Secondo il “Lighthouse performance scoring” il sito raggiunge punteggi che oscillano tra il 95 e il 100 con punteggio massimo in Accessibilità, Best Practice e SEO. Secondo GTMetrix il livello è A su una scala che va da A a F.
Etica ed Estetica
Etica
Avere un sito personale è indubbiamente utile ma anche necessario per, come detto, non essere ospiti passivi del Web, in balia delle politiche dei grandi attori mondiali. È la storia che pian piano offre risposte al lungimirante che con consapevolezza, dopo molti anni di ebbrezza social (LinkedIn nasce nel 2002, Facebook nel 2004, Twitter nel 2006, Instagram nel 2010 e TikTok nel 2014), ha maturato consapevolezza sui pro ed i contro dell’affidarsi a terzi senza porsi domande. Seguendo questa tendenza la domanda che si pone è: un sito di oggi, al di là della tecnica, segue le stesse regole dello scorso millennio? La risposta è no, bisogna considerare l’etica quale volta sotto la quale coltivare, in continuità con il proprio Io Reale, la propria identità digitale, professionale, reputazionale nel rispetto della verità e del prossimo. Il sito gianpaolovalcavi.it cerca di non sprecare energia, è color safe per essere visualizzato discretamente anche sui dispositivi più semplici o economici e cerca di essere accessibile a tutti, anche alle persone con disabilità.
Il sito è accessibile secondo il livello medio delle Web Content Accessibility Guidelines, è navigabile da tastiera e usa colori che rispettano i livelli minimi di contrasto per agevolare la lettura alle persone con problemi di vista.
Estetica
L’estetica, chi lo direbbe, può agevolare o ostacolare l’etica. Ad esempio, le immagini non necessarie, sì di grande impatto ma anche di considerevole peso (in byte), sprecano energia, occupano le risorse non infinite delle reti e non tutti possono vederle. Al sito non avrebbero aggiunto alcunché di sostanziale. Si è optato invece di adottare grafica vettoriale, leggera e adattabile ad ogni dispositivo.
Due sole grafiche: il mio volto e tre onde a chiudere ogni pagina del sito. Tratti leggeri, non fotografie, che completano il sito senza pregiudicarne la fruibilità da parte di tutti.
Le onde rappresentano la mia carriera che è stata caratterizzata da tre momenti di evoluzione per me importanti. Rappresentano anche le tre principali macroaree della mia competenza: Diritto del Lavoro, Privacy, Diritto dell’Informazione e Web Reputation. Se non fosse scritto qui nessuno lo avrebbe immaginato. È un componente di stile il cui significato, come un “Easter egg” informatico (un contenuto nascosto, innocuo e non funzionale) racconta qualcosa di me.
Per la mia immagine che campeggia nell’home-page del sito, richiamo alla fisicità e congiunzione tra il reale e il virtuale, Pietro ha chiamato a collaborare l’art director e graphic designer Leone Di Sebastiano che, partendo da una mia foto già usata nel libro al quale ho collaborato come coautore, “Buongiorno avvocato: 150 domande e risposte senza pagare la parcella“ di Annamaria Bernardini de Pace, ha sviluppato una immagine in scala di grigi realizzata attraverso la grafica vettoriale.
L’illustrazione che mi rappresenta si sviluppa su due binari: quello estetico e quello tecnico.
Riguardo l’aspetto estetico risulta senz’altro debitrice dell’esperienza della street-art che negli ultimi vent’anni partendo dalla strada è successivamente maturata nella computer-grafica. Artisti e graphic designers del mondo “street” hanno scoperto il computer quale strumento di espressione creativa e tra di loro spicca l’americano Shepard Fairey, noto anche come “Obey”, autore tra le tante opere di “Hope” (2008), il celeberrimo manifesto elettorale con il ritratto di Barack Obama, dove l’artista ritrae il viso stilizzato dello statista afroamericano in quadricromia. La stilizzazione e sintesi del volto di Barack Obama e la sua applicazione a uno strumento di comunicazione di massa (il manifesto ma non solo esso) attinge all’eredità artistica di Andy Warhol e dei suoi iconici ritratti serigrafici a cui un po’ tutta la generazione di “artisti urbani” contemporanei è debitrice. Come Andy Warhol anche Shepard Fairey e i suoi colleghi colgono solo i tratti principali nel volto del soggetto, li catturano, ne scelgono i colori, li cambiano in molteplici versioni. La meccanicizzazione dell’atto creativo che per Warhol era la serigrafia è oggi diventata la computer-grafica.
Si arriva allora all’aspetto tecnico attraverso il quale ottenere tutto ciò ed è la grafica vettoriale: la grafica vettoriale o l’immagine vettoriale è una tecnica di rappresentazione dell’immagine che, utilizzando specifici software di computer-grafica, viene costruita attraverso un insieme di tanti poligoni, forme chiuse che tutte insieme ci regalano l’immagine da comunicare in questo caso il ritratto di Gian Paolo Valcavi. Questa tecnica si differenzia per gli aspetti più sostanziali dall’altra computer-grafica, quella raster, che ha per protagonista non il vettore ma il pixel, la cui elaborazione è meno gestibile del vettoriale da parte del graphic designer. In sintesi il vettoriale è geometria, l’insieme dei poligoni che vanno a costituire l’immagine vettoriale, quindi il ritratto di Barack Obama o di Gian Paolo Valcavi sono anch’essi geometria, matematica più precisamente algebra lineare che produce e finalizza, sorprendentemente rispetto a stereotipi che spesso la vedono protagonista, un atto creativo.
Vezzo: il verde. È il mio colore preferito ed è stato inserito nel disegno del sito con l’intento di raccontarmi anche attraverso i piccoli dettagli e, ancora una volta, cercando l’utilità nella scelta: il verde è un importante elemento di usabilità in quanto tutti i link sono immediatamente visibili grazie al richiamo dalla sottolineatura verde.
Sviluppo
Cercherò di tenere il sito aggiornato nei contenuti e nella tecnica considerando la mia casa digitale un cantiere sempre aperto alla miglioria.
In questa pagina ho voluto dettagliare lo scopo e il metodo che mi hanno portato ad occupare uno spazio nel web pensando sempre che i piccoli progetti così come quelli grandi hanno sempre, per me e per chi collabora con me, dei denominatori comuni: la cura, la professionalità, la ricerca come stimolo e l’esperienza come guida.
con
Pietro Macchi – Web Architect
Leone Di Sebastiano – Graphic Designer